Fiabe controcorrente e non solo. Un’analisi bislacca ed assolutamente fuori dagli schemi
C’era una volta e…Vissero tutti felici e contenti! E’ così che iniziano e finiscono la maggior parte delle fiabe, almeno quelle che ci raccontavano da piccoli, e nel mezzo... bambine indifese con il cappuccio rosso salvate da cacciatori, lupi famelici senza scrupoli, principesse belle ma un tantino tonte, maghe, fate e streghe buone e cattive e poi gli eroici principi azzurri… tanti principi azzurri! Ricordo però che ogni qualvolta mia nonna prendeva il libro per leggermene qualcuna magari già sentita, la mia voglia di ascoltare scemava, sapevo già come andava a finire ecosì l’anticipavo nella lettura buttando lì frasi scherzose, ironiche, poco convenzionali da mettere in bocca ai personaggi un po’ come fa Marjolaine Leray nel suo “Un piccolo cappuccetto rosso” in quel botta e risposta che noi tutti conosciamo: “Che bocca grande che hai! E’ per mangiarti meglio piccina mia!” A questo punto Cappuccetto Rosso replica: ”Ehi, hai l’alito che puzza, tieni una caramella!” Ed è qui che viene il bello… il lupo che farà? Correrà a lavarsi i denti, mangerà la caramella, accetterà in regalo spazzolino e dentifricio o morirà, così come fiaba vuole, magari strozzato da quella innocente caramella? Il finale, in questo brevissimo libro con pochissime parole rivolto ai più piccini ma non solo, è sempre lo stesso... il lupo muore ma è Cappuccetto Rosso, piccola, scaltra ed anche un tantino cattivella, la vincente ed è il lupo a soggiacere all’inganno. Povero lupo ... sempre bistrattato e mi sentirei di dirgli: “mai accettare una caramella da uno sconosciuto!” Ma ecco che nella fiaba di Anna Rocca è proprio il Lupo a raccontare la storia e qui ha una piccola rivalsa. Si tratta di un lupo ecologista che vuole punire in qualche modo Cappuccetto Rosso perché insozza il suo bosco. La storia prosegue come la conosciamo. Il lupo si traveste da nonna, però con la complicità della stessa, arriva il cacciatore ed a questo punto il lupo fa le sue rimostranze e Cappuccetto Rosso è punita e dovrà ripulire tutto il bosco. E’ interessante vedere come la storia si modifica adattandosi al modo di sentire la vita prendendo spunto anche dai problemi che affliggono il nostro mondo! Ma su questa storia ho un dubbio che mi attanaglia fin dal primo momento che mi è stata raccontata, Cappuccetto Rosso doveva essere veramente molto miope o la nonna tanto brutta per non accorgersi che sotto la cuffia c’era un lupo! Ma bando alle ciance, proseguiamo il nostro viaggio fra favolisti o favolieri e le loro fiabe sicuramente favolose, ma con qualche “ma” di troppo che non trova spiegazione. Chi non conosce la famosa frase in rima: ”Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli che per salir mi servirò di quelli?” Di questa fiaba sappiamo della incontrollabile voglia di raperonzoli della giovane mamma in attesa, che tale prelibatezza cresceva nell’orto della maga Ghotel, che con il ricatto ottenne la piccola neonata, che la rinchiuse in una torre senza porte, che la maga in questione si faceva buttar giù i lunghi capelli per salire e che poi glieli tagliò quando scoprì che da quella finestra saliva il giovane principe e che questi poi...quasi suicida, accecato e perdente incontrerà quella sua amata, assolutamente priva di spina dorsale e di iniziativa, che improvvisamente dotata di lacrime magiche gli ridarà la vista. Che cavolo Raperonzolo…
tanti anni rinchiusa e neanche un piatto rotto contro maga Ghotel!
Santo Dio è la tua carceriera non la tua dama di compagnia!
E poi da quella finestra non un grido d’aiuto forte e sgraziato... solo trilli argentini a gareggiar con gli uccelletti!
E dico io… non gli è mai venuto in mente di tagliarseli da sola i capelli per scendere? Se avesse almeno fatto un tentativo tutto questo poteva essere evitato.
Voi mi direte non aveva le forbici! Ed allora come faceva a tagliarsi le unghie dei piedi? Chissà forse qualche topolino andava lì a rosicchiargliele.
Se avete qualche altra idea… che ben venga! Ma lasciamo da parte questa mia divagazione sul tema e troviamo conforto con la Raperonzolo proposta dalla Disney ben più agguerrita, intelligente, propositiva, curiosa che si batte per la propria libertà perché è così che siamo noi donne!
Ma passiamo avanti e da un principe perdente, passiamo alla figura del principe rubacuori, quello capace di far innamorare una principessa con un semplice bacio.
Di chi sto parlando? Ma della Bella addormentata nel bosco!
La storia ci è nota… la vecchia fata non invitata, il sortilegio del fuso, il lungo sonno della principessina e poi arriva lui… il principe che con un bacio la risveglia ed è subito amore. Beh, nell’immaginario di tutte le ragazze in cerca di marito, ascoltatrice di fiabe, sicuramente il Principe azzurro non può che essere bello, galante, ricco, coraggioso, aitante, biondo...
e se invece il principe della bella addormentata fosse stato brutto, senza denti, grasso e con i brufoli che cosa avrebbe fatto la principessa al suo risveglio?
Di sicuro, dopo un più che rapido ma educato ringraziamento, sarebbe scappata via, a gonnelle alzate, sputacchiando.
Ma nelle fiabe avete mai sentito di un principe brutto cioè nato brutto e non diventato brutto per qualche tipo d’incantesimo?
No...
Tutti belli ed affascinanti almeno per quanto riguarda i principi e le principesse…
per le maghe e le streghe beh... è tutta un’altra faccenda!
Se sono cattive… allora… sono brutte! Ma ne siamo proprio sicuri?
Prendiamo la versione Disney della Bella addormentata “Maleficent”.
Anche qui, come fiaba originaria vuole, la vecchia fata Malefica fa la sua comparsa.
L’immaginiamo quindi vecchia, con i capelli bianchi e arruffati e siccome è cattiva anche con qualche bitorzolo peloso in faccia ed invece eccoci davanti Angelina Jolie, giovane, bella anzi bellissima, ed a questo punto la cattiveria cede il passo a ben altri pensieri e cari lettori di genere maschile ditemi se non è così ed ecco spiegato il perché tantissimi papà se ne stavano incollati allo schermo con un rivolo di saliva uscente dalla bocca.
In questa storia quella che viene baciata per prima, e non solo, è proprio lei Malefica. Il baciatore in questione non è un Re ma un contadino valoroso di nome Stefano che solo in seguito diventerà Re.
Il vero baciatore, quello della principessa, si chiama Filippo e come ogni fiaba che si rispetti è il figlio di un Re ma ahimè doveva essere molto scarso poiché la principessa Aurora non si sveglierà con il suo bacio, continuerà il suo magico sonno.
Poverino che delusione!
L’unico principe che non diventerà azzurro perché troppo grigio era il suo il bacio. Che dite ci proverà con Malefica? Dopo tutto non è niente male!
Disney non ci dice niente in proposito ma noi lettori di fiabe possiamo far volare la fantasia oltre quel che leggiamo così come ci dice Italo Calvino, sfoggiando proverbio toscano, nell’introduzione de “Le fiabe italiane:
“La novella nun è bella, se sopra nun ci si rappella”.
Ed allora cari lettori… rappelliamo… rappelliamo!
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